Gli incentivi per funzioni tecniche, riservati ai dipendenti della Pubblica Amministrazione, saranno riconosciuti anche agli appalti di servizi e forniture. Ma non solo. La Legge di Bilancio 2018 ha introdotto altre modifiche al Codice Appalti (D.Lgs.50/2016), prevedendo tempi più stretti per i pagamenti della Pubblica Amministrazione e facendo un passo indietro sulle concessioni autostradali.Il Codice Appalti, lo ricordiamo, prevede che le Amministrazioni aggiudicatrici destinino ad un apposito fondo risorse finanziarie, fino al 2% dell’importo dei lavori, posti a base di gara, per una serie di funzioni tecniche svolte dai dipendenti, come programmazione della spesa per investimenti, valutazione preventiva dei progetti, esecuzione di contratti pubblici, svolgimento della funzione di RUP o di direzione dei lavori o direzione dell’esecuzione.La Legge di Bilancio 2018 estende questo meccanismo anche agli appalti di servizi e forniture.La Legge di Bilancio 2018 riduce da 45 a 30 giorni i termini entro cui le Amministrazioni devono emettere i certificati di pagamento relativi agli acconti del corrispettivo di appalto. Il termine decorre dall’adozione di ogni stato di avanzamento dei lavori, salvo che sia diversamente ed espressamente concordato dalle parti e previsto nella documentazione di gara o sia gravemente iniquo per il creditore.In fase di adozione del Codice Appalti, lo ricordiamo, è stata condotta una battaglia per limitare gli affidamenti in-house nelle concessioni. Per le concessioni di importo pari o superiore a 150mila euro, non affidate con la formula della finanza di progetto o con gara pubblica, si è quindi arrivati all’obbligo di affidare con gara l’80% del valore dei lavori, servizi o forniture. Gli affidamenti in-house, cioè a società controllate dall’Amministrazione, sono stati ridotti al 20%.Per le concessioni autostradali, però, la Legge di Bilancio 2018 ha reintrodotto i vecchi limiti (60% – 40%). Questo significa che potranno tornare ad affidare alle società controllate il 40% dei lavori. Sul rispetto di questi limiti vigilerà l’Autorità nazionale anticorruzione (Anac), che emanerà delle linee guida ad-hoc.
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