Mentre si attende la sola pubblicazione in Gazzetta del decreto-legge recante “Disposizioni urgenti per il rilancio del settore dei contratti pubblici e misure per l’accelerazione degli interventi infrastrutturali” (c.d. Decreto Sblocca Cantieri), continuano le nostre interviste ai soggetti che più sono interessati ad una nuova riforma della normativa che regola i contratti pubblici.
Dopo l’intervista al Vicepresidente del CNAPPC Rino La Me, al Presidente dell’OICE Gabriele Scicolone , al Consigliere e responsabile dell’Osservatorio bandi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI) Michele Lapenna,e Costruzioni e la Manutenzione) Angelo Artale e al Presidente di Fondazione Inarcassa, Egidio Comodo , abbiamo sentito il vicepresidente dell’Associazione nazionale costruttori edili (Ance), Edoardo Bianchi.
Nell’ultimo anno tante voci sono trapelate ma alla fine nessuna modifica incisiva è stata apportata al D.Lgs. n. 50/2016. Sembra, però, che la strategia sarà quella del doppio binario con un Decreto Legge con le modifiche più urgenti (lo Sblocca Cantieri) e una Legge delega che avrà il compito di correggere o addirittura riscrivere tutto il Codice. Che idea vi siete fatti in merito? È davvero indispensabile buttare tutto il lavoro fatto fin’ora?
Il punto di partenza unanimemente riconosciuto è che il Codice 50 non ha funzionato; per ammissione dello stesso Presidente Cantone il Codice, a tre anni dalla nascita, è stato applicato poco e male ed in ragione del 20%. Qualsiasi norma se dopo tre anni è applicata solo per il 20% è evidente che non è stata scritta bene.
Il Governo attuale ha scelto un doppio binario: subito un provvedimento che recepisca le urgenze e poi un provvedimento di riscrittura integrale del Codice.
Vi è stata una consultazione avviata dal MIT ed un audizione avviata dal Senato; tutto questo deve essere declinato anche alla luce della procedura di infrazione notificata al nostro paese a gennaio.
Nel primo provvedimento (DL Semplificazioni) di fatto nulla di rilevante è stato adottato, confidiamo ora nel DL Sblocca cantieri e nel DL crescita. Vi è un rincorrersi di bozze perché diversi veicoli contengono disposizioni destinate a recepire le misure urgenti.
Il Codice 50 è inemendabile deve essere completamente riscritto salvaguardando i principi e le idee positive.
Lo Sblocca Cantieri prevede che le soft law resteranno in vigore fino all’adozione di un Regolamento unico. Il Regolamento n. 554/1999 è arrivato 5 anni dopo la Legge n. 109/1994 e il Regolamento n. 207/2010 4 anni dopo l’entrata in vigore del D.Lgs. n. 163/2006. Che tempi si prospettano per il nuovo regolamento?
Preliminarmente è importante sottolineare che da tutte le parti si sia constatato che la soft law non ha funzionato. E’ necessario avere una legge a monte ed un Regolamento a valle per dare certezze agli operatori siano essi committenti che imprese che professionisti.
Ora, nelle varie successive versioni, si è ipotizzato dapprima l’utilizzo di un DPCM ora la opzione più accreditata è quella di un DPR. Si vorrebbe far confluire tutti gli atti emanati sino ad ora in questo veicolo e poi avere il tempo di scrivere il nuovo Regolamento. Il Regolamento 207 debitamente aggiornato ed emendato potrebbe rappresentare una utile base di partenza. Ancora meglio sarebbe tornare ad un regolamento espressamente dedicato ai lavori pubblici, distinto da quello relativo ai servizi e alle forniture.
Le modifiche al codice avranno un impatto anche sul potere di regolazione che era stato dato all’ANAC. Siete soddisfatti dell’operato dell’ANAC ?
L’ANAC ha un compito di assoluta importanza e deve svolgere principalmente un ruolo di vigilanza senza svolgere compiti di regolazione altrimenti si crea una grande confusione, principalmente nelle stazioni appaltanti.
L’ANAC può svolgere un ruolo importantissimo, ad esempio, in sede di precontenzioso ex articolo 211.
Entriamo nel dettaglio di alcuni dei contenuti più discussi. Che ne pensa della norma che prevede il ritorno dell’appalto integrato?
Nei casi manutenzione ordinaria per le gare sotto soglia tutte le stazioni appaltanti hanno manifestato l’impossibilità di andare in gara con progetti esecutivi. In questi casi è senza altro utile prevedere di poter appaltare “progetti esecutivi semplificati”. Il CSLLPP ha proceduto ad identificare le caratteristiche che debbono essere presenti nell’esecutivo alleggerito. In tutti i casi l’ANCE ha chiesto che la progettazioni da mandare a gara non deve essere inferiore al livello di definitivo.
Viene prevista l’eliminazione, nel subappalto, dell’indicazione della terna e aumentato il tetto dal 30 al 50%. Che idea si è fatto?
Sul subappalto non si riesce ad affrontare una discussione che non sia influenzata da posizioni ideologiche. Se non si guarda al subappalto come un istituto che serve a disciplinare l’organizzazione dei vari fattori della produzione e gli si attribuiscono portate luciferine è tutto inutile.
Come ANCE abbiamo qualche anno or sono presentato un esposto in Europa perché ritenevamo la disciplina italiana non conforme ai principi europei.
Già in occasione del primo correttivo (D.Lgs. n. 56/2017) l’Europa, sul tema, diede le proprie indicazioni al legislatore italiano, che non ne tenne assolutamente conto.
Ora, di nuovo, a gennaio 2019 l’Europa è tornata sul tema avviando un procedura di infrazione.
La verità è che si agita l’Europa a seconda delle convenienze ed in base a quello che si vuole sostenere.
E’ inaccettabile.
L’eliminazione della terna è un atto dovuto, già qualche anno or sono era stato praticato questo esperimento (venivano indicati 6 subappaltatori) ma durò pochissimo perché in Italia intercorre un tempo troppo lungo tra lo studio della gara ed il momento di esecuzione dei lavori.
Tutto ciò rende inutile, anzi dannosa, l’indicazione della terna in fase di gara.
Viene prevista la possibilità di applicare sempre il massimo ribasso negli appalti di lavori sino alla soglia comunitaria mentre per gli appalti di servizi di architettura e di ingegneria sembra che resti soltanto il criterio di aggiudicazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Qual è il suo punto di vista in merito?
L’ANCE da anni chiede che il massimo ribasso venga espunto e radiato dal vocabolario italiano, purtroppo nel Codice 50 per le gare sotto soglia era il criterio principe di aggiudicazione.
Sosteniamo che fino alla soglia europea (circa € 5,5 miliardi) il criterio principe sia quello dell’individuazione automatica delle offerta aggiudicatrice, con un criterio antiturbativa, e con esclusione automatica di tutte le offerte anormalmente basse; ciò semprechè non vi sia interesse transfrontaliero e complessità tecnologica.
E’ necessario che vi sia un robusto ed adeguato articolo 97 proprio al fine di garantire l’imparzialità della gara ed il contenimento dei ribassi.
Laddove si registra una escalation dei ribassi vi sono poi sempre problemi a portare a compimento i lavori nei tempi e costi stabiliti.
Quali sono le maggiori criticità che avete individuato nella bozza di decreto?
Purtroppo non possiamo esprimere un giudizio completo perché siamo ancora in attesa della pubblicazione del testo definitivo.
Se venissero confermate alcune anticipazioni non condividiamo l’elevazione dell’incidenza dell’elemento prezzo nella OEPV, si rischia di riportare anche la OEPV ad essere aggiudicata al massimo ribasso.
Non è positivo l’allentamento degli obblighi di ricorso all’Albo dell’ANAC per la scelta dei commissari di gara.
Oltre al subappalto non condividiamo la possibilità che viene data alle stazioni appaltanti di escludere un concorrente in caso di violazioni non definitivamente accertate in materia di imposte, tasse e contributi previdenziali.
Temiamo che possa produrre effetti discorsivi anche la facoltà data alle stazioni appaltanti di esaminare prima le buste delle offerte economiche e poi quella attestante l’idoneità dei partecipanti.
Auspichiamo che l’articolo 97 sia riscritto rispetto alle bozze che hanno circolato così come non condividiamo la ulteriore proroga data ai concessionari autostradali senza gara di adeguarsi agli obblighi di esternalizzare i lavori nel rispetto dell’articolo 177.
Preferiamo cmq esprimere un giudizio definitivo solo quando avremo un testo ufficiale da commentare.
L’ANCE avrà la possibilità di intervenire nella nuova riforma del Codice?
Certo, abbiamo incontri frequenti sia con il MIT che con il Governo più in generale nonché con il Presidente Coltorti che ha sin qui sempre dimostrato grande competenza ed equilibrio.
Tutte le forze parlamentari hanno dimostrato concretamente sempre grande disponibilità ad ascoltare ed esaminare le nostre proposte.
L’articolo Sblocca Cantieri e Riforma Codice dei contratti, Bianchi (Ance): ‘Il D.Lgs. n. 50/2016 è inemendabile e deve essere completamente riscritto’ sembra essere il primo su Di. Sa. S.r.l..
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