Le Linee guida Anac n.6 sulle cause di esclusione dalle gare d’appalto contengono delle formulazioni incerte, tanto che si rischia l’aumento dei contenziosi. È questo, in sintesi, il parere dell’Autorità garante della Concorrenza e del mercato (Antitrust), che ha suggerito un’impostazione diversa per dare maggiore certezza alle Stazioni Appaltanti nella fase di valutazione.In base al Codice Appalti ( D.lgs. 50/2016),gli illeciti professionali gravi, tali da compromettere l’affidabilità e l’integrità del partecipante, costituiscono una causa di esclusione dalla gara.Secondo le linee guida dell’Anac, tra le situazioni che la Stazione Appaltante può valutare per mettere in dubbio l’integrità del soggetto che partecipa alla gara ci sono i provvedimenti esecutivi di condanna dell’Antitrust per pratiche commerciali scorrette o illeciti gravi in grado di incidere sulla contrattualistica pubblica nello stesso mercato cui la gara d’appalto si riferisce.Ad ogni modo è garantito il contraddittorio. Questo significa che la Stazione Appaltante può ascoltare le ragioni del partecipante. Secondo l’Antitrust, nella valutazione non bisognerebbe prendere in considerazione un provvedimento esecutivo, che non è definitivo, ma un provvedimento di condanna divenuto inoppugnabile o confermato con sentenza passata in giudicato.Questo, si legge nel parere, “, al fine di evitare una proliferazione del contenzioso e continui effetti sulle gare in corso”.Se una stazione Appaltante escludesse un’impresa sulla base di un provvedimento non definitivo, poi revocato nel corso del giudizio, l’impresa esclusa farebbe ricorso contro la decisione della Stazione Appaltante, rallentando di fatto la procedura.Altrettanto importante, secondo l’Antitrust, stabilire con certezza il momento dell’accertamento definitivo dell’illecito o del comportamento scorretto, perché da questo momento parte il periodo (solitamente 3 o 5 anni) in cui all’impresa non può concludere contratti con la PA. A detta dell’Antitrust, l’accertamento dovrebbe coincidere col momento in cui la sentenza diventa inoppugnabile o con quello della pronuncia definitiva del giudice.
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