Il Decreto del MInistero delle infrastrutture e dei trasporti 7 marzo 2018,n.49 cancella in pratica, con un colpo di spugna, tutte le indicazioni relative alle regole per le riserve già previste dagli articoli 164, 190 e 191 del previgente Regolamento n.207/2010.Si parla di riserve nell’articolo 9 del DM n. 49/2018 rubricato “Contestazioni e riserve” in cui è precisato che “Il direttore dei lavori, per la gestione delle contestazioni su aspetti tecnici e delle riserve, si attiene alla relativa disciplina prevista dalla stazione appaltante e riportata nel capitolato d’appalto”.Tale novità è stata voluta dal Consiglio di Stato che nel parere 12 febbraio 2018,n. 360 in cui i Giudici di Palazzo Spada hanno precisato quanto segue “Si ribadisce anche con riguardo a questa disposizione quanto osservato a proposito dell’art. 7, circa l’opportunità di prevedere che siano le stazioni appaltanti ad inserire nei capitolati speciali le norme contenute nel presente schema di regolamento, piuttosto che dettare direttamente la disciplina”; ricordiamo che, in riferimento all’articolo 7 (originariamente dedicato alla consegna dei lavori), il Consiglio di Stato aveva chiesto “che le conseguenze risarcitorie o indennitarie spettanti all’esecutore in caso di ritardata consegna imputabile alla stazione appaltante siano regolamentate non già in via diretta, come nello schema in esame, ma che sia invece enunciato in questa sede l’obbligo per la stazione appaltante di riprodurre tale disciplina nei capitolati d’appalto”.Il Ministero, nella versione definitiva del provvedimento, mentre ha lasciato le norme sulle indennità per la ritardata consegna contenute, oggi, nel comma 14 dell’articolo 5 del dm n. 49/2018 in cui viene affermato che “ove l’istanza dell’esecutore non sia accolta e si proceda tardivamente alla consegna, l’esecutore ha diritto al risarcimento dei danni dipendenti dal ritardo, pari ……..”, ha cassato le norme relative alle riserve contenute negli articoli 164, 190 e 191 del previgente Regolamento n. 207/2010.Così come stabilito, dunque, nel citato articolo 9 del provvedimento, gli enti appaltanti dovranno prevedere (e per loro il progettista dell’opera) nel capitolato d’appalto la disciplina per la gestione delle contestazioni su aspetti tecnici e delle riserve anche perché in atto l’ANAC non ha ancora predisposto alcun capitolato-tipo come era previsto al comma 2 dell’articolo 213 del Codice dei contratti.L’articolo 9 non specifica, poi, alcun obbligo di comunicazione al Rup delle eventuali contestazioni, affinché quest’ultimo possa esaminando la questione in contradditorio con l’impresa, tentare di risolvere la controversia, salvo il suo diritto di iscrivere riserva, come prevedeva l’articolo 164, comma 1, del Dpr n. 207/2010.Gli Enti appaltanti, quindi, sulle contestazioni e riserve, potranno andare in ordine sparso anche se, in verità dovranno rispettare le norme di legge e potrebbero utilizzare, anche gli articoli 164, 190 e 191, del previgente Regolamento n. 207/2010.Tra l’altro, nei Titoli I e II del provvedimento, si parla di riserve:
In pratica, dunque, il provvedimento è costellato di riferimenti alle possibili riserve che l’Appaltatore può iscrivere senza specificare i modi ed i termini di iscrizione delle stesse che vengono demandati al Capitolato d’appalto che, visto la mancanza di un capitolato-tipo, non può che essere il Capitolato speciale d’appalto che deve essere allegato al progetto con situazioni che potranno, in questo momento, essere diverse anche nell’ambito dello stesso ente appaltante alla faccia di ogni possibile semplificazione.
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