Compensi sopra soglia per professionisti esterni, interviene ANAC.
L’ANAC è intervenuta duramente sul mancato completamento della realizzazione di un palazzetto dello sport in un Comune siciliano, evidenziando la situazione di stallo dei lavori, di importo complessivo di quasi sette milioni di euro e su cui sono presenti pesanti criticità, tra cui tre cambi di impresa esecutrice.
Come spiegato nell’Atto del Presidente Fascicolo prot.n.3523/2016, “le sofferte vicende societarie delle tre ditte che si sono succedute nell’esecuzione hanno condizionato negativamente l’iter tecnico/amministrativo dei lavori, specialmente riguardo alla dilazione dei tempi, al punto che l’intervento, a distanza di ben undici anni dall’aggiudicazione, è ben lungi dalla sua conclusione”.
Ma le colpe non ricadrebbero solo sull’impresa esecutrice, perché anche la Stazione Appaltante ha pesanti responsabilità “che hanno condizionato negativamente lo svolgimento dei lavori”, ad esempio con una progettazione non adeguatamente approfondita in termini di studi e sondaggi preliminari sul terreno, che ha determinato la necessità di una variante, oltre che con il continuo cambio da parte del Comune del Responsabile del Procedimento, risultando quindi difficile da capire chi fosse l’effettivo responsabile di ogni passaggio dell’opera. Tale circostanza, spiega ANAC, ha avuto effetti sicuramente negativi sull’andamento dei lavori in termini di continuità di gestione, configurando una azione amministrativa non improntata ai principi di efficienza e di efficacia, secondo procedure improntate a tempestività, trasparenza e correttezza di cui all’art. 1 dell’allora vigente L. 109/94, ora trasfusi nell’art. 30 del d.lgs. 50/2016.
Punto ancora più controverso, quello che ANAC ha definito come “anomalo e del tutto immotivato massiccio ricorso ad affidamenti diretti (in prevalenza) o con procedura negoziata di incarichi tecnici a professionisti esterni all’amministrazione, attribuiti con varie motivazioni nell’ambito dell’intervento”.
Di particolare gravità il caso di affidamento diretto di un incarico tecnico a un professionista, poi revocato in considerazione del tetto massimo di importo consentito per l’affidamento diretto, poi riaffidato allo stesso professionista al termine dell’esperimento di una procedura negoziata tra più professionisti. Non solo: oltre 800mila euro sarebbero stati destinati a compensi per professionisti esterni, abbondantemente sopra la soglia comunitaria, atteso che alcune prestazioni avrebbero potuto essere accorpate e affidate a mezzo di procedura ad evidenza pubblica; per altro Anac ha rilevato una scarsa trasparenza nelle modalità utilizzate per l’individuazione dei professionisti.
In riferimento alla prosecuzione dei lavori, l’Autorità ha rinviato alla Stazione Appaltante la valutazione dell’opportunità di indire una nuova procedura di gara, ovviamente assoggettata al d.lgs. n. 50/2016 (Codice dei Contratti Pubblici); la soluzione andrebbe adottata insieme a una revisione globale del progetto e avrebbe il beneficio di riportare l’intervento all’attualità evitando il rischio di contenziosi con l’impresa appaltatrice per l’aggiornamento delle condizioni economiche dell’appalto.
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