L’ANAC (Autorità Nazionale AntiCorruzione) ha inviato al Governo ed al Parlamento l’ Atto di segnalazione n. 4 del 17 ottobre 2018“Concernente la verifica degli affidamenti dei concessionari ai sensi dell’art.177 del D.lgs. n. 50/2016 e adempimenti dei concessionari autostradali ai sensi dell’art. 178 del medesimo codice”.
Nell’atto di segnalazione dell’ANAC è riassunta l’ampia attività di vigilanza svolta nel variegato settore dei Concessionari pubblici che ha fatto registrare una serie di fenomeni potenzialmente sintomatici di singolari criticità e anomalie.
Ricordiamo che l’art. 177, comma 1,del D.lgs. n. 50/2016 prevede che i titolari di concessioni di lavori, servizi o forniture non affidate con la formula della finanza di progetto, ovvero con procedure di gara ad evidenza pubblica, sono obbligati a esternalizzare l’80% dei nuovi contratti, residuando la possibilità di eseguire direttamente solo il 20% delle prestazioni in favore di imprese controllate e/o collegate (aliquote sostituite/attenuate dal decreto legislativo correttivo del Codice rispettivamente con il 60% e il 40% per i soli concessionari autostradali).
Il Codice ha, altresì, devoluto all’ANAC il compito di verificare il rispetto dei limiti 80/20% (o 60/40% per i concessionari autostradali), con modalità da indicarsi in apposite linee guida, che l’Autorità ha già adottato con le linee guida n. 11/2018 approvate con delibera n. 614 del 4 luglio 2018.
Tra i soggetti che hanno dato luogo alle incongruenze più vistose spiccano i concessionari autostradali. Infatti, il massimo scollamento nei dati esaminati, si è verificato con riferimento a quelli dichiarati dal Concessionario ASPI e dal Concedente MIIT. Altre concessioni dove la differenza è risultata assai significativa sono stati il Consorzio per le Autostrade Siciliane, le Autostrade del Frejus; le Concessioni Autostradali Venete; la Milano Serravalle, ecc.
Nell’Atto di segnalazione è stato messo in evidenza che vi è stato sino ad oggi un deficit di controlli sistematici del Concedente sulle attività del Concessionario, dovuto, a seconda dei casi, sia a una scarsa consapevolezza del ruolo sia a schemi di convenzioni troppo risalenti.
Con l’Atto trasmesso a Governo e Parlamento, l’Anac segnala:
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