Decreto Crescita, pronto il testo con le semplificazioni per l’edilizia

Deroghe alle distanze minime, silenzio assenso per lavori su beni culturali, sismabonus per l’acquisto in zona 2 e 3 e premi volumetrici per la rigenerazione urbana

 

Aumenta l’attesa per l’approvazione del Decreto Crescita. Dopo il susseguirsi di bozze all’esame del Governo, il testo dovrebbe approdare stasera in Consiglio dei Ministri.

Sembra confermata l’intenzione di introdurre deroghe, talvolta temporanee, per favorire gli interventi edilizi utili alla riqualificazione urbana e misure per il sostegno alle attività professionali.

Distanze, densità e semplificazioni all’edilizia privata

I limiti di densità edilizia, altezza e distanza tra edifici, previsti dal DM 1444/1968 , come il rispetto della distanza minima di 10 metri tra pareti finestrate, saranno validi solo nelle zone omogenee C, cioè destinate a nuovi complessi insediativi, che risultino inedificate o con un basso livello di edificazione.

La finalità della proposta, spiega la relazione illustrativa, è favorire la riqualificazione urbana dei centri storici e delle zone già edificate, in particolare gli interventi di demolizione e ristrutturazione degli edifici preesistenti, anche con aumento della volumetria se consentito dagli strumenti urbanistici. Si tratta infatti di interventi difficilmente realizzabili mantenendosi nei limiti delle distanze minime e delle altezze massime consentite dalla norma del ’68.

Resta da capire se gli interventi, utili per il rilancio dell’edilizia e la riqualificazione dei centri urbani, possano causare degli effetti collaterali, come aumenti considerevoli del carico urbanistico.

Per scoprirlo sarà necessario che la norma venga innanzitutto approvata e che si passi poi alla fase applicativa.

Lavori sui beni culturali con silenzio assenso

Per il 2019 e il 2020, i lavori di edilizia privata sui beni culturali potranno essere realizzati con il silenzio assenso della Soprintendenza: nel caso in cui l’autorizzazione non venga rilasciata entro 90 giorni dalla ricezione della richiesta, il via libera si intenderà acquisito.

Viene quindi introdotta una deroga a quanto previsto dall’articolo 22 del Codice dei beni culturali e del paesaggio (D.lgs, 42/2004) , che fissa in 120 giorni il termine concesso alla Soprintendenza per rilasciare l’autorizzazione. Ma non solo, perché il D.lgs. 42/2004 non prevede il silenzio assenso.

L’ultima bozza prevede una ulteriore modifica per garantire le esigenze di tutela dell’interesse pubblico. Come si legge nella relazione illustrativa, continueranno ad essere applicati i commi 2 e 3 dell’articolo 22 che prevedono la sospensione del termine di conclusione del procedimento nel caso in cui la Soprintendenza chieda chiarimenti e integrazioni.

Sismabonus per l’acquisto case antisismiche

La bozza propone “l’estensione alle zone 2 e 3 del bonus previsto per l’acquisto di case antisismiche. Chi comprerà un immobile in un edificio demolito e ricostruito, situato in una zona a rischio 1, 2 o 3, potrà ottenere una detrazione pari al 75% del prezzo se dalla realizzazione degli interventi deriva una riduzione del rischio sismico che determini il passaggio a una classe di rischio inferiore, o dell’85% se si ottiene invece il passaggio a due classi di rischio inferiore.

Interventi per l’efficientamento energetico e l’antisismica

Secondo le intenzioni della bozza, il soggetto che effettua gli interventi di efficientamento energetico e messa in sicurezza dal rischio sismico potrà ricevere un contributo, anticipato dal fornitore che ha effettuato l’intervento, sotto forma di sconto sul corrispettivo spettante. Il contributo sarà recuperato dal fornitore sotto forma di credito d’imposta, di pari ammontare, da utilizzare in compensazione, in cinque quote annuali di pari importo, senza l’applicazione dei limiti di compensabilità.

Secondo Rete Irene, l’obiettivo è semplificare il meccanismo della detrazione, ma introducendo una nuova modalità di trasferimento dei crediti d’imposta, aggiuntiva rispetto al sistema della cessione già in vigore, provocherebbe una concentrazione nel mercato. Per Rete Irene, a usufruire del nuovo sistema non saranno le imprese che non possiedono la capienza fiscale sufficiente per assorbire i crediti fiscali trasferiti e che, per attivare un volume significativo di operazioni, necessitano obbligatoriamente di disporre della facoltà dell’ulteriore cessione, non prevista dal nuovo meccanismo, non saranno le ESCo, per lo stesso motivo. Saranno, si legge nella nota di Rete Irene, solo le maggiori utilities dotate di sufficiente capienza fiscale e operanti nel settore dell’energia. Questi soggetti potranno beneficiare del duplice effetto del provvedimento: la canalizzazione solo verso di essi delle attività promosse dal nuovo meccanismo e il minor costo finanziario connesso al periodo di compensazione fiscale. Si creerebbe, sostiene Rete Irene, un problema di concorrenza e concentrazione delle attività a favore di pochissimi soggetti.

Valorizzazione edilizia e premi volumetrici

Fino al 31 dicembre 2021 saranno agevolati con l’applicazione delle imposte di registro, ipotecaria e catastale nella misura fissa di 200 euro ciascuna, i trasferimenti di interi fabbricati a favore di imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare che, entro i successivi dieci anni, provvedano alla loro demolizione e ricostruzione, anche con variazione della volumetria, e alla loro alienazione.

Welfare per i liberi professionisti

La norma prevede che gli enti gestori di previdenza per i liberi professionisti, fermo restando il rispetto degli equilibri finanziari delle rispettive gestioni, possano attuare forme aggiuntive di tutela per il sostegno del reddito, l’assistenza, il welfare e l’ingresso dei giovani professionisti nel mercato del lavoro. Tra le misure ci sono polizze sanitarie integrative, tutele per la maternità e genitorialità, attività di consulenza per l’accesso al credito, tutela contro i rischi legati all’esercizio della professione (polizza RCP) e sostegno al completamento degli studi.

Imu sui capannoni

Aumenterà dal 40% al 60% la deducibilità dell’Imu sugli immobili strumentali delle imprese.

Super ammortamento per professionisti e imprese

La bozza prevede il superammortamento, maggiorato del 30%, per gli investimenti in beni strumentali nuovi, fino a 2,5 milioni di euro, effettuati da professionisti e imprese.

Efficientamento energetico, 500 milioni ai Comuni nel 2019

Per l’anno 2019 saranno erogati ai Comuni 500 milioni di euro per interventi di efficientamento energetico e sviluppo territoriale sostenibile. Le risorse saranno proporzionali alla popolazione dei Comuni e, scendendo nel dettaglio, sembrano abbastanza esigue. I contributi partono infatti da 60mila euro, per i Comuni con popolazione fino a 2mila abitanti, e arrivano a 150mila euro nei Comuni con popolazione superiore a 100mila abitanti.

Le bozze circolate nei giorni scorsi prevedevano una dotazione di 600 milioni di euro complessivi a favore degli Enti locali.

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