Il 7 gennaio scorso presso le Commissioni riunite Affari costituzionali e Lavori pubblici si è svolta l’audizione informale dell’ANCE (Associazione nazionale costruttori edili) nell’ambito dell’esame, in sede referente, del ddl di conversione del decreto-legge 14 dicembre 2018, n. 135, recante “Disposizioni urgenti in materia di sostegno e semplificazione per le imprese e per la pubblica amministrazione” (A.S. n.989. )
Il Presidente Gabriele Buia che ha guidato la delegazione associativa ha evidenziato in premessa come, per il Paese in perenne “codice rosso” e per il settore delle costruzioni ridotto allo stremo con la perdita di 600.000 posti di lavoro e 120.000 imprese, il decreto-legge Semplificazioni rappresenti l’“ultima spiaggia”. In pratica il Presidente dell’ANCE ha precisato che è necessario ridare dignità e vitalità ad un settore dalla lunga filiera, che attiva 31 settori economici su 36 e che, nonostante una profonda crisi, pesa ancora l’8% del Pil da solo e, complessivamente, più del 22%, comprendendo anche la filiera e le attività immobiliari. Un settore che può dare un contributo aggiuntivo al Pil di 0,5% ogni anno.
Il DL Semplificazioni rappresenta l’ultima occasione per gettare le basi per una ripresa delle costruzioni, dopo una Legge di Bilancio fortemente deludente. Gli effetti sul rilancio delle opere pubbliche nel 2019 sono stati, infatti, ridotti dell’85% (da 3,5 miliardi aggiuntivi a soli 550 M€). Tutto questo, nonostante una crisi che morde sempre di più e che ormai non coinvolge più soltanto le piccole e medie imprese ma si è estesa anche alle grandi realtà del settore, con il rischio sempre più forte di un pericoloso effetto domino.
Gabriele Buia ha, poi, evidenziato come la burocrazia rappresenti un macigno che blocca il Paese e che, secondo uno studio dell’Università di Tor Vergata, il costo della burocrazia pesa per il 7,6% sul fatturato delle piccole e medie imprese in Italia. Come certificato dai dati della Presidenza del Consiglio dei Ministri: ci vogliono in media oltre 4 anni per realizzare un’opera! Ma si arriva a 15 per un’opera sopra i 100 milioni! E i tempi morti – ovvero i tempi di attraversamento – rappresentano il 54% del totale. L’eccesso di burocrazia e la sedimentazione delle normativa significano più corruzione e portano alla deresponsabilizzazione dei funzionari pubblici. Il Presidente si è, poi, soffermato sulle misure contenute nel decreto evidenziando come l’abolizione del SISTRI rappresenti, ad oggi, l’unica nota positiva, a beneficio di tutti i settori produttivi.
Con riferimento alle norme per la semplificazione e l’accelerazione degli appalti pubblici ha evidenziato che sono state “svuotate” e che si limitano ad un tentativo di modificare la disciplina dell’illecito professionale per allinearla alla normativa comunitaria, aprendo ad una maggiore indeterminatezza della categoria del “grave illecito professionale”. In particolare, non viene in alcun modo precisato quali possano essere le situazioni di illecito idonee a mettere in dubbio l’integrità o l’affidabilità dell’impresa, e dunque, a causarne l’esclusione dalla gara. Tale motivo di esclusione, pertanto, andrebbe maggiormente circostanziato. Il Presidente Buia è, poi, passato ad illustrare le proposte ANCE per introdurre subito alcune semplificazioni in grado di accelerare la trasformazione delle risorse – più di 140 miliardi di euro stanziati negli ultimi 2 anni – in cantieri. E’ necessario snellire i passaggi procedurali a monte della gara, eliminando le stratificazioni inutili:
Nell’evidenziare il fallimento del nuovo Codice dei Contratti e nell’apprezzare la presa d’atto del Governo sulla necessità – già da tempo evidenziata dall’ANCE – di intervenire ampiamente sul Codice, come si evince nella bozza di DDL Delega recentemente approvata dal Consiglio dei Ministri, ha rilevato che occorre adottare alcune misure di semplificazione urgenti, alcune di natura transitoria (fino al 31 dicembre 2019), da aggiungere a quelle contenute nella Legge di Bilancio 2019 appena varata. Si tratta di 6 proposte “sbloccacantieri”, molte delle quali condivise anche con l’ANCI, che riguardano
In conclusione, il Presidente Buia è tornato a ribadire l’urgenza di adottare soluzioni per un settore che non ha più tempo, evidenziando che negli ultimi anni, invece di semplificare, il legislatore ha introdotto numerose norme che hanno penalizzato le imprese. Da questo punto di vista appare emblematica la scelta della Legge di Bilancio di affidare la manutenzione delle strade di Roma al Ministero della Difesa (60 M€ per la manutenzione e 15 M€ per i mezzi). Inoltre, nella Legge di Bilancio, come già evidenziato, sono stati sacrificati gli stanziamenti relativi agli investimenti per evitare la procedura di infrazione. La legge non contiene poi nessuna delle nuove misure necessarie a favorire la rigenerazione urbana nel nostro Paese. Sono, invece, indispensabili azioni decise per favorire la riqualificazione urbana e sbloccare le opere pubbliche. In pochi mesi, nel sito Sbloccacantieri, l’ANCE ha censito più di 400 opere bloccate, per un importo superiore ai 27 miliardi di euro! E’ necessario un impegno del Governo e del Parlamento per dare continuità e sostanza all’azione di semplificazione avviata con questo decreto-legge. Così come è indispensabile, per offrire soluzioni concrete alla crisi dell’edilizia, una risposta alla richiesta di Tavolo di crisi per il settore che l’ANCE ha presentato al Mise ormai più di sei mesi fa.
L’articolo DL semplificazioni: Al Senato le proposte ANCE per rilanciare le costruzioni sembra essere il primo su Di. Sa. S.r.l..
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