Com’era prevedibile, non sono piaciuti molti degli emendamenti presentati alle Commissioni riunite I e VIII del Senato in riferimento alla conversione in legge del decreto-legge 14 dicembre 2018, n.135 recante “Disposizioni urgenti in materia di sostegno e semplificazione per le imprese e per la pubblica amministrazione” (c.d. DL Semplificazioni).
La prima presa di posizione arriva da OICE, l’Associazione delle società di ingegneria e architettura aderente a Confindustria, e Legacoop, l’Associazione nazionale produzione e servizi, in riferimento alla proposta di inserire all’interno dell’art. 113 del D.Lgs. n.50/2016 (c.d. Codice dei contratti) un comma grazie al quale l’incentivo per le attività di direzione dei lavori ovvero di direzione dell’esecuzione è riconosciuto ai tecnici in possesso degli stessi requisiti di capacità tecnico-professionali che sarebbero stati richiesti a soggetti terzi alla stazione appaltante in caso di affidamento esterno di tali attività. Si tratterebbe di un ritorno all’incentivo del 2% per i tecnici della pubblica amministrazione a cui sono affidati incarichi.
“La proposta di ripristino dell’incentivo del 2% a favore dei tecnici delle pubbliche amministrazioni che progettano – evidenziano OICE e Legacoop – costituisce un pericoloso passo indietro sul fronte della qualità dei progetti e rischia di ripristinare opache prassi del passato. É del tutto antieconomico, antistorico e contrario ad ogni logica, soprattutto in una fase nella quale la digitalizzazione dei processi necessita di un livello qualitativo e tecnico professionale elevato, andare ad incentivare uffici tecnici ai quali neanche si chiede di dimostrare requisiti di esperienza e di professionalità”.
Per OICE e Legacoop “questa proposta della maggioranza – di cui chiediamo con forza il ritiro – abbinata alla disposizione della legge di bilancio che ha introdotto la Struttura di progettazione, rappresenta un evidente segnale del disfavore verso il mondo delle imprese e delle professioni che, in senso diametralmente opposto a quanto avviene in Europa e nel resto del mondo, penalizza chi ogni giorno, sul mercato, cerca di offrire la massima qualità progettuale investendo in ricerca e innovazione. Non abbiamo nulla contro i pubblici dipendenti che, invece, dovrebbero essere incentivati nella loro funzione di RUP e di gestione e controllo delle commesse, con incentivi legati al rispetto dei tempi e dei costi. Soltanto così si garantirebbe realmente l’efficacia della spesa pubblica e non con misure assistenziali slegate dalla realtà e da ogni logica di efficienza come quella che viene proposta”.
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