Gare di progettazione in picchiata per colpa del Coronavirus. A un mese dall’entrata in vigore delle restrizioni per contrastare l’emergenza sanitaria da coronavirus, sono state sospese o prorogate di 32 giorni, in media, il 35% delle gare per un valore di 12 milioni di euro. Lo rileva l’Oice, Associazione delle organizzazioni di ingegneria, di architettura e di consulenza tecnico-economica, che teme il blocco degli appalti quando inizierà la ripresa.
Dal 9 marzo al 9 aprile, rileva l’Osservatorio OICE-Informatel, su 324 gare di progettazione (per un importo di 84,6 milioni), ne sono state rettificate (sospese o prorogate) il 34,9% per un importo di circa 12 milioni (il 14,6% del valore totale delle gare del periodo considerato).
Oice rileva che delle 324 gare censite, dal 16 al 26 marzo ne sono state prorogate o sospese il 46,4%, mentre dal 27 marzo, data in cui il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti (Mit) ha spiegato che le sospensioni previste dal decreto “Cura Italia si applicano anche agli appalti pubblici, al 9 aprile il calo è di un ulteriore 33,1%.Dal giorno dell’emissione della circolare MIT, si legge nella nota dell’Oice, si è registrato una diminuzione della sospensione delle gare (passate da 11 a 1), mentre il numero delle gare prorogate è passato da 58 (su 151) a 35 (su 112).In media, il periodo di proroga si attesta sui 32 giorni.
Preoccupato il Presidente OICE, Gabriele Scicolone: “Siamo in forte allarme, perché il monitoraggio costante dei bandi che stiamo effettuando ci dice che, fra riduzione della domanda e proroga dei termini delle gare è sparita circa la metà del mercato. Deve essere chiaro a tutti che si rischia che, alla ripartenza, non vi saranno progetti da mettere in gara per affidare i lavori e fare ripartire il settore. Noi siamo operativi con le nostre società e i nostri studi, ma occorre che le stazioni appaltanti si rendano conto che continuando a prorogare gare mancheranno i progetti da affidare alle imprese, con grave danno per i loro programmi di investimento, l’utilizzo dei fondi europei e, in definitiva, per la collettività”.
Per Scicolone, quindi, “ci vuole coraggio e impegno, anche in questa fase difficile: le stazioni appaltanti devono non soltanto aggiudicare le gare in corso, stipulare i contratti e attivarli, ma anche pagare quanto fatto fino ad oggi, accelerare le procedure di approvazione dei progetti rimaste in stand by. Noi siamo a loro fianco per “non fermare le macchine” come abbiamo chiesto anche al Governo con voce unica nell’ambito della Filiera delle costruzioni”.
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