Si avvia a conclusione l’iter di approvazione dello Sblocca Cantieri, non senza polemiche in ambito né critiche dagli addetti ai lavori in ambito appalti, a partire dall’autorità anticorruzione ANAC.
In estrema sintesi, si tratta di un (ennesima) revisione del codice appalti, che prevede alcune modifiche e una sospensione per due anni (fino al 31 dicembre 2020) di altre norme del Nuovo Codice.
Alla Camera il Governo ha tuttavia posto la fiducia sul testo approvato dal Senato, che quindi non sarà modificato (anche in considerazione dei tempi strettissimi: la conversione in legge del decreto va ultimata entro il 17 giugno).
Per Raffaele Cantone, presidente Autorità Nazionale Anti Corruzione, si rileva soprattutto un rischio di anticostituzionalità della norma che introduce deroghe e poteri straordinari dei commissari: «troppo ampliativa» e generica, senza indicazione specifica delle deroghe, da stabilire tramite Dpcm (quindi, decreto attuativo che di fatto contrasta con una norma primaria).
Appalti: i compensi minimi sono derogabili
L’Ufficio parlamentare di bilancio sottolinea che la norma «non presenta una chiara direzione strategica, mirante a collocare i due provvedimenti all’esame del Parlamento (decreto legge e disegno di legge delega) in una logica unitaria e coerente. Critica «le frequenti modifiche del quadro normativo, senza una adeguata trasparenza del punto di arrivo perseguito», che «accrescono l’incertezza in cui si trovano ad operare le stazioni appaltanti della PA, rischiando di produrre l’effetto opposto di quello desiderato».
Anche la sospensione temporanea di alcune norme del Codice Appalti «non sembra contribuire al rafforzamento della direzione strategica del provvedimento». Infine, la riforma non sembra «dare adeguato peso a un ulteriore profilo cruciale per la ripresa degli investimenti pubblici», ovvero «la capacità tecnica delle amministrazioni, capacità tecnica andata invece scemando negli ultimi anni, anche a seguito del blocco del turn over».
Sul fronte delle imprese, registriamo le critiche di Finco (federazione Industrie, prodotti, impianti, servizi ed opere specialistiche per le costruzioni), relative a una serie di punti tecnici, fra cui appalti sotto soglia, ritorno all’appalto integrato (un punto su cui ha espresso rilievi anche Cantone).
Critiche anche da Cgil, Cisl e Uil, secondo cui «non si può pensare che per sbloccare le infrastrutture serva sospendere il Codice degli Appalti, strumento fondamentale a garanzia di legalità e trasparenza, e a tutela dei lavoratori e delle aziende sane».
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