Riparte l’iter dei decreti sui livelli di progettazione e la progettazione semplificata degli interventi di manutenzione fino a 2,5 milioni di euro, attuativi del Codice Appalti.
Dopo un lungo periodo di pausa, a cavallo del cambio di Governo, il 30 ottobre scorso si è svolta una riunione tecnica tra Ministero delle infrastrutture e dei Trasporti (Mit), Conferenza delle Regioni e Associazione nazionale Comuni italiani (Anci).
Sia le Regioni sia i Comuni hanno avanzato richieste di snellimento delle procedure.
La bozza approvata a maggio prevede tre livelli di progettazione: progetto di fattibilità tecnica ed economica, progetto definitivo e progetto esecutivo. Con un documento elaborato da Itaca, le Regioni hanno chiesto la semplificazione della fase preliminare in cui si decide se realizzare l’opera e si inizia a progettarla. Non ci sono invece riferimenti al progetto definitivo e a quello esecutivo.
Il documento Regioni – Itaca propone infatti di riscrivere gli articoli sul progetto di fattibilità tecnica ed economica e sul documento delle alternative progettuali, cioè la prima fase del progetto di fattibilità tecnica ed economica.
La bozza di maggio prevede livelli di approfondimento del documento delle alternative progettuali differenziati in base alle opere da progettare. Le Regioni propongono invece l’eliminazione dell’obbligo di indicare, per tutte le opere, la presenza di collegamenti col contesto in cui l’opera deve inserirsi e di descrivere l’opzione zero, cioè le motivazioni che spingono a non realizzare l’opera.
Secondo l’Anci, lo schema del provvedimento approvato a maggio richiede una mole di elaborati e relazioni tecniche che rischiano di appesantire il procedimento. Tra questi l’inserimento del piano di utilizzo delle terre e rocce da scavo già nel progetto di fattibilità tecnica ed economica, dove invece sarebbe più congruo richiedere delle indagini preliminari sull’utilizzo delle terre e rocce da scavo.
I Comuni propongono di eliminare l’approvazione preliminare del quadro esigenziale per gli interventi di importo inferiore a 100mila euro, che non sono inseriti nella programmazione degli enti. Chiesta anche l’eliminazione di una serie di obblighi procedurali di pubblicazione, che spesso rappresentano un costo eccessivo per i piccoli enti.
I documenti dovranno ora essere esaminati nel dettaglio dal Ministero delle Infrastrutture che deciderà se tenere conto dei contributi per l’eventuale modifica dei decreti sui livelli di progettazione.
Ricordiamo che tutto il Codice Appalti è interessato da un processo di riforma, che nelle intenzioni del Governo dovrebbe concludersi a breve. Il vicepresidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Salvini, ha annunciato che “il codice sarà smontato e riscritto entro novembre ”.
Il tempo stringe, soprattutto perché il Senato ha iniziato un’indagine conoscitiva sull’applicazione del codice dei contratti pubblici durante la quale riceverà in audizione 35 operatori del settore tra associazioni imprenditoriali, ordini professionali, associazioni di enti locali, Anac, Corte dei conti, Anas, RFI, Soa, sindacati.
Resta da capire se, una volta riscritto il Codice, bisognerà ripartire da zero anche con i decreti attuativi.
L’articolo Livelli di progettazione, riparte l’esame del decreto attuativo del Codice Appalti-Regioni e Comuni chiedono procedure più snelle in fase di redazione del documento delle alternative progettuali e del progetto di fattibilità sembra essere il primo su Di. Sa. S.r.l..
Powered by WPeMatico
Lascia un commento