Nuovo Codice Appalti, ok del Consiglio dei Ministri

Nuovo Codice Appalti, ok del Consiglio dei Ministri

Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera preliminare al nuovo Codice dei contratti pubblici. La riunione si è svolta dalle 13.00 alle 14.00 di oggi.

Nella conferenza stampa tenutasi al temine della riunione, il Vicepresidente del Consiglio e Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, ha illustrato in breve le novità: “il nuovo Codice creerà più lavoro, taglierà la burocrazia, faciliterà il lavoro delle PMI e dei Comuni, soprattutto dei più piccoli”.

“Il Consiglio di Stato – ha aggiunto Salvini – ha dato spunti importanti: innalzamento del tetto degli appalti che si potranno assegnare con affidamenti diretti (che costituiscono l’80% degli appalti); la reintroduzione del principio di accelerazione che aveva ispirato la Legge Obiettivo; l’appalto integrato”.

Salvini ha poi sottolineato che resta in vigore il Dibattito Pubblico ma riportato a tempi compatibili con le opere pubbliche. La revisione dei prezzi interverrà automaticamente a partire dal 5% di aumento dei costi (era 10%)​.

Altra novità indicata dal Ministero è l’introduzione di un sistema di programmazione per le opere strategiche con il coinvolgimento diretto delle Regioni: le opere con indici di concreta realizzabilità e sostenibilità finanziaria saranno inserite direttamente nel DEF.

Saranno ridotti i termini del procedimento amministrativo, in particolare per la resa dei pareri di competenza: da 45 a 30 giorni per il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici e da 60 a 45 per la Conferenza dei Servizi. Le verifiche preventive per le aree di interesse archeologico vedranno un procedimento parallelo che non andrà ad allungare i tempi di realizzazione dell’opera.

“Con l’approvazione della riforma del Codice degli appalti – ha dichiarato la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni -, il Governo mantiene un altro impegno preso con gli italiani. Un provvedimento organico, equilibrato e di visione, frutto di un lavoro qualificato e approfondito, che permetterà di semplificare le procedure e garantire tempi più veloci. E che rappresenterà anche un volano per il rilancio della crescita economica e l’ammodernamento infrastrutturale della Nazione. Il Governo ringrazia il Consiglio di Stato per il grande lavoro svolto e che ha contribuito al raggiungimento di questo importante risultato”.

Nuovo Codice Appalti autoesecutivo

Il testo circolato oggi è quello datato 15 dicembre e diramato ai Ministeri, che riprende lo Schema di Codice redatto dal Consiglio di Stato e trasmesso al Governo il 7 dicembre 2022, un Codice corredato di una Relazione illustrativa per ogni singolo articolo, vero e proprio manuale operativo per l’uso del nuovo codice. La Relazione sostituisce anche le linee guida per l’applicazione delle nuove norme, assorbendo anche la funzione di indirizzo attuativo sinora rivestita dalle “linee guida non vincolanti”.

Gli Allegati, invece, garantiranno l’autoesecutività del nuovo Codice perchè sostituiranno ogni altra fonte attuativa: oltre ai 25 allegati al codice attuale, essi assorbiranno 17 linee guida ANAC e 15 regolamenti ancora vigenti.

Nuovo Codice Appalti e PNRR

Ricordiamo che la semplificazione delle regole per gli appalti pubblici è una delle riforme previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Il Parlamento ha approvato la Legge Delega (Legge 78/2022) che impegna il Governo a varare il nuovo Codice Appalti entro i 6 mesi successivi all’entrata in vigore della Delega (9 luglio 2022), ovvero entro il 9 gennaio 2023. La riforma complessiva delle norme che disciplinano i contratti pubblici deve invece essere conclusa entro i 9 mesi successivi, ovvero entro marzo 2023.

Il Governo Draghi aveva affidato la stesura del nuovo Codice al Consiglio di Stato che lo ha consegnato a ottobre 2022. Nel frattempo, però il Governo era cambiato e il nuovo Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha chiesto di “dimezzare” il testo e snellire le procedure.

Contestualmente, il Ministero ha condotto una maxi-consultazione con associazioni, ordini, categorie ed esperti alla quale però non hanno partecipato nè la filiera delle costruzioni nè i sindacati che hanno invece chiesto un tavolo di confronto sul Codice.

 

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