Subappalto, dai dubbi in fase di gara nasce la nuova guida Anac

Come ricorrere al subappalto e al raggruppamento tra professionisti o tra imprese senza creare contenziosi che possono rallentare l’iter della gara. Con questo obiettivo l’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) ha raccolto i pareri di precontenzioso emessi nel 2017 e nel 2018 e messo a punto due guide, che vanno a sommarsi ai già tanti testi e linee guida in materia di contratti pubblici.L’Anac con una nuova guida ha spiegato la differenza tra subappalto, che esplica i suoi effetti nella fase dell’esecuzione del contratto, e avvalimento, che invece consente ad un soggetto privo di requisiti necessari di partecipare ad una gara dalla quale, contando solo sui suoi mezzi, sarebbe escluso.Il subappalto consiste in una sostituzione nell’esecuzione della prestazione contrattuale ed è una forma di organizzazione dell’impresa dell’appaltatore, il quale rimane responsabile in via esclusiva nei confronti della stazione appaltante.Tutto ciò che accade al contratto di appalto, spiega l’Anticorruzione, si estende anche al subappalto, che è rapporto derivato e accessorio, con la conseguenza che la risoluzione dell’uno determina lo scioglimento del secondo.L’Anac ha riassunto anche i limiti all’utilizzo del subappalto, cioè tetto del 30% dell’importo complessivo del contratto, molto criticato dall’ Unione Europea, e indicazione della terna dei subappaltatori già in fase di offerta. L’Anticorruzione, spiegando che sull’argomento c’è stato un acceso dibattito politico e giuridico, ha chiarito che “l’omessa dichiarazione della terna o l’indicazione di un numero di subappaltatori inferiori a tre, pur non costituendo motivo di esclusione, comporta, per il concorrente, il divieto di subappaltare, lasciando presupporre che non sia più possibile integrare, attraverso il soccorso istruttorio, la terna dei subappaltatori”.Si tratta di temi caldi, che potrebbero essere stravolti con la prossima riforma del Codice Appalti.Con la guida sui raggruppamenti, l’Anac ha spiegato che nel caso di raggruppamenti verticali tra professionisti, i requisiti tecnici devono essere posseduti da mandataria e mandanti in relazione alle attività di competenza. I bandi non possono quindi chiedere al mandante il possesso di quote minime di requisiti.“Il possesso dei requisiti in misura maggioritaria in capo alla mandataria – ha spiegato l’Anac – si applica solo nel caso di raggruppamento di tipo orizzontale o misto”.Nel caso di raggruppamento verticale puro, si legge invece nel documento dell’Anac, è sufficiente che ogni concorrente possieda i requisiti per la parte della progettazione che intende eseguire.L’Anticorruzione ha fornito anche spiegazioni sul Durc nei raggruppamenti. Non può essere escluso il raggruppamento composto, tra gli altri partecipanti, da una società di capitali in cui uno dei soci persona giuridica sia risultato privo dei requisiti di regolarità contributiva. In questo tipo di società esiste infatti una separazione completa tra il capitale sociale e il patrimonio personale dei soci e l’irregolarità dei versamenti contributivi nei confronti di soci delle società di capitali non ha effetto sul rilascio del Durc.

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